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Aumentare l'efficienza energetica per puntare a un nuovo modello di sviluppo

Aumentare l'efficienza energetica significa creare le premesse per un nuovo modello di sviluppo che migliori il modo di produrre bensì e servizi, consenta di ottenere una mobilità sostenibile e riduca gli sprechi. Prima di individuare cosa si dovrebbe fare per raggiungere questi obiettivi e necessario fare una premessa. L'energia è al centro della vita dell'uomo e nulla di quello che facciamo può prescindere da essa. La sua disponibilità e le difficoltà da superare nel reperirla hanno avuto, hanno ed avranno profonde conseguenze sullo sviluppo di tutte le civiltà. Dato che l'energia e importante e comunque costosa, è fondamentale ricercare sistemi per utilizzarla nel modo più efficiente possibile, evitando di sprecarla ma soprattutto risparmiandola laddove si può.

Migliorare l'eficienza energetica si riassume in due parole: innovare i prodotti e rinnovare gli impianti. Per innovare i prodotti l'industria in tempi brevi dovrebbe trasformare in tecnologie industriali le conoscenze ed i risultati della ricerca scientifica ovunque fatta, finanziando i propri centri di studio e sviluppo insieme a quelli degli enti pubblici di ricerca. Un esempio. Nel 2007 il premio Nobel per la fisica e stato assegnato alla scoperta della "magnetoresistenza gigante". Le industrie americane, giapponesi e finlandesi hanno in tempi brevissimi trasformato questa scoperta in tecnologie industriali aumentando in maniera enorme la capacita di immagazzinare informazioni. Questa e la ragione per cui i computer portatili, i lettori musicali ed i telefoni cellulari offrono oggi possibilità incredibili. Altro esempio. Nel 2010 e stato assegnato il premio Nobel per la fisica alle ricerche su un materiale ultra-sottile, avente spessore di livello atomico e molto più resistente dell'acciaio, il "grafene". I risultati di queste ricerche stanno aprendo a chi vuole investire enormi possibilità. di applicazioni specie nel campo dell’elettronica. Per rinnovare, modificando il proprio modo di operare, l’industria dovrebbe introdurre nei processi produttivi sistemi che utilizzano in modo spinto l’informatica e la robotica. Tuttavia questo modo di operare richiede:
- forti investimenti per modificare gli impianti in tempi imposti dalle regole del mercato globale,
- agevolazioni fiscali
- maggiore disponibilità del sistema bancario alla concessione di crediti
- certezze e stabilita a medio - lungo termine di cui le imprese hanno assoluto bisogno per impegnarsi con rischi accettabili,
- un assetto legislativo moderno che semplifichi gli iter autorizzativi ed i rapporti con il territorio e con le parti sociali comunque coinvolte,
- riqualificazione delle risorse umane con la conseguente riduzione dell'impiego di manodopera non specializzata,
- una maggiore disponibilità di elettricità con costi del kWh più bassi o almeno allineati con il resto d'Europa,
- infrastrutture più moderne per movimentare prodotti e materie prime.
Altra azione che l'industria dovrebbe perseguire riguarda la realizzazione degli impianti che servono a riutilizzare materiali riciclabili, in particolare quelli provenienti in grandi quantità dai rifiuti solidi urbani (RSU) quali metalli, vetro, plastica e carta. A questi impianti poi vanno aggiunti i termovalorizzatori che bruciando la frazione organica dei rifiuti opportunamente trattati, producono energia elettrica e/o calore per il teleriscaldamento.

Quanto sarà possibile fare con le innovazioni tecnologiche di sistemi e componenti avrà riflessi importanti sull'intero sistema elettrico dalla produzione alla distribuzione. Entrando nel merito della produzione, attuando con successo quanto indicato nel campo industriale, dei trasporti e degli usi civili, i quantitativi di elettricità richiesti nel prossimo futuro, dovrebbero aumentare molto di più di quanto oggi sia ragionevolmente prevedibile. Nella sostanza, a parità servizio o prodotto, tanto più migliora l'efficienza energetica, si riducono gli sprechi e diminuisce l’uso dei combustibili fossili quanto più aumenta la domanda di elettricità. In questo quadro assume una particolare importanza la produzione termoelettrica dato che stiamo assistendo ad una graduale sostituzione degli impianti esistenti con quelli a ciclo combinato alimentati a gas. Sostituzione che deriva dalla possibilità di raggiungere un rendimento termodinamico più elevato ed avere una migliore accettabilità da parte delle comminuta locali in relazione al ridotto impatto ambientale del gas. Si tenga presente pero che nel 2009 abbiamo prodotto, bruciando combustibili fossili, circa 260 TWh dei quali quasi il 70% provenienti dall’impiego di gas naturale. Ma un uso così elevato del gas rende il nostro sistema elettrico particolarmente vulnerabile non solo per la provenienza del gas da aree ad alto rischio geopolitico ma soprattutto per le fluttuazioni del mercato dovute principalmente all'aumento della domanda di paesi in via di rapido sviluppo come Cina, India e Brasile.